Chi a tempo non aspetti tempo e dato che la mostra sulle opere di Botero termina il 19 Gennaio 2025, noi siamo andati a vederla ad ottobre 2024. Dire che è stata una bellissima esperienza è dir poco. Ormai Palazzo Bonaparte è la location delle mostre più importanti che si possono ammirare a Roma. Certo il costo è impegnativo, sono 20 euro comprensivi di prevendita, audioguida e altri balzelli. Insomma la cultura è sempre più cara. Ingresso tra le 15.45 e le 16. Parecchia gente il fila per entrare, ma non è la nostra fila, perchè noi siamo in quella che hanno già acquistato online il ticket. E infatti nessun tempo di attesa, prendiamo la nostra audioguida, fondamentale per la visita e ci dirigiamo verso le scale per iniziare il tour. Appena entrati c'è un video che narra la vita e le opere più importanti del pittore colombiano, nato il 19 Aprile del 1932 a Medellin e morto il 15 Settembre 2023 a Monaco. Non ebbe una formazione artistica tradizionale. La morte del padre segnò in qualche modo la sua vita, aveva solo quattro anni. Prese parte ad una
scuola di toreadori, ma alla fine il suoamore per l'arte lo portò ad essere una autodidatta della pittura. I pittori rinascimentali italiani furono i suoi esempi per esternare la sua arte. A soli sedici anni vinse un corcorso grazie alle sue illustrazioni si giornali locali. E questo gli diede modo di poter viaggiare e studiare in Europa. Il concetto di volume e proporzione hanno poi dato vita al Boterismo. In questo primo periodo, intorno al 1950, Paolo Uccello e Pier della Francesca ispirarono le opere di Botero. E nel 1957 , in una natura morta, mentre dipingeva un manodolino, decise di aumentare le dimensioni dello stesso senza alterare la grandezza del foro. Insomma è da qui che presero corpo le dimensioni alterate dell'artista. Le figure rappresentate da Botero, che siano uomini, cose o animali, non sono delle caricature, ma espromono la capacità da parte dell'artista di catturare l'essenza delle emozioni. Botero non ha mai dimenticato le sue radici, infatti le sue sculture esposte a New York e Parigi, mettono in evidenza l'universitalità della sua Medellin. L'artista ha voluto anche omaggiare, nel suo repertorio, i grandi capolavori della storia dell'arte, tipo la
Monna Lisa, con le sue forme volumetriche ingrandite. In tutto questo non bisogna dimenticare l'effetto che ebbero su di lui le racapriccianti immagini delle torture subite dai soldati iracheni nella prigione lager di Abu Ghraid, da parte dei militari americani. Dopo che nel 2004 le scioccanti immagini fecero il giro del mondo, l'anno successivo Botero decise di denunciare l'orrore in una raccolta di 50 dipinti. Per volere dello stesso Botero questi dipinti e disegni non furono mai venduti e decide di donarli ad alcuni musei e atenei. La sue volle essere una denuncia, non un personale impegno politico. Nei suoi dipinti gli aguzzini non compaiono mai , se non una mano che tiene il guinzaglio dei cani che mordono o graffiano i prigionieri. Come per tutti i suoi soggetti, anche qui i personaggi vengono rappresentati voluminosi, ma anche bendati e sanguinanti. Lavorò per 14 mesi a queste 50 opere e alla fine si dichiarò in pace con se stesso, dato che per lui era diventata un'ossessione. Per l'artista nessuno poteva dire di saper dipingere, perchè la pittura ti porta a scoprire nuove tecniche e per questo ad esercitarsi sempre di più. Botero è morto come avrebbe sempre desiderato e come accadde per il suo maestro Picasso, cioè con il pennello in mano.
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