giovedì 26 settembre 2024

Gli Oratori del Celio - Roma

E' un sabato mattina, nei giorni precedenti è piovuto parecchio. Oggi c'è un bel sole, bisogna approfittare della bella giornata. Perché non andiamo a vedere gli Oratori del Celio? Detto e fatto. Prendiamo la macchina, il traffico non è elevato e in circa 30 minuti arriviamo nei pressi del Celio, precisamente davanti Villa Celimontana. Parcheggiamo e comunque prendiamo un giacchetto perché l'aria è ancora un pò fresca. Passiamo davanti alla Basilica di Santa Maria in Domnica alla Navicella, conosciuta ai più semplicemente come Navicella. E' eccezionalmente aperta, anche se si può vedere solo da fuori. Gli interni sono spettacolari, purtroppo la si può visitare solo se ti sposi o sei uno degli  invitati. Da li prendiamo una piccola strada pedonale che ci porta alla Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, altro capolavoro da visitare assolutamente, fortunatamente questa l'avevamo vista  in un'altra occasione. Ci soffermiamo un attimo in zona e vediamo una ragazza con due turisti che sembrano essere li per una visita guidata. E in effetti era così, la visita , da fare con abbigliamento adatto e scarpe da
trekking, preferibilmente, riguardava i laghetti che si trovano sotto la Basilica, cioè i laghetti sotterranei del tempio di Claudio. ci siamo ripromessi di andarci. Poche centinaia di  metri e arriviamo agli Oratori, per la precisione sono tre. Entriamo dalla parte opposta rispetto alla chiesa di san Gregorio al Celio, per cui ci troviamo nello spazio che fu della  biblioteca di Papa Agapito I°. Il primo che vediamo è quello di Sant'Andrea. Al suo interno troviamo opere di Guido Reni, Domenichino e di Giovanni Lanfranco. La sua struttura è dovuta è dovuta ai lavori iniziati  dal cardinale Cesare Baronio e terminati dal cardinale Scipione Borghese. Si narra che l'abate del monastero , di ritorno da un viaggio a Costantinopoli, portò con se una reliquia dell'apostolo Andrea e per questo motivo ebbe dedicato l'oratorio. Riveste molta importanza il soffitto a cassettoni, nel quale è ben visibile lo stemma della Famiglia Borghese .Il secondo oratorio che visitiamo è quello di Santa Silvia ed è posto alla sinistra di quello di Sant'Andrea. Silvia
 era la madre di San Gregorio Magno. Anche qui troviamo lo stemma della famiglia Borghese, sempre su copertura di legno intagliato. Ci sono affreschi di Guido Reni e Sisto Badalocchio. Sopra l'altare troviamo la statua di Santa Silvia e ci sono anche delle vetrate  che rendono  più luminoso l'ambiente. All'interno è presente l'opera De Secunda Pietate , che nelle intenzioni dell'autore,  Danilo Mauro Malatesta, intende ispirare un tenero ribaltamento della sacralità, con il Cristo risorto che tiene tra la braccia Maria, che rappresenta il simbolo perfetto di un'umanità fragile. Ed il tutto è  distribuito in nove lastre di vetro. Inoltre troviamo un'immagine della Secunda  Pietate che l'artista ha portato ad Odessa e la stessa è stata firmata dagli abitanti della città. Il terzo e ultimo oratorio che visitiamo è quello di Santa Barbara, anch'esso restaurato a cura del cardinale Cesare Baronio. All'interno troviamo la statua di san Gregorio Magno  benedicente. Al centro troviamo una lastra di marmo che poggia su sostegni anch'essi marmorei, che serviva a Santa Silvia e Gregorio per distribuire il pane ai poveri. Si narra che un giorno la tavola fosse composta da dodici invitati, ma all'improvviso se ne aggiunse un tredicesimo, era un angelo. In ricordo di quanto accaduto, nel XV secolo fu incisa questa frase in latino : Bis senos hic Gregorius pascebat egentes / angelus et decimus tertius accubuit (qui San Gregorio nutriva i poveri/ e un angelo sedette come tredicesimo). All'interno troviamo affreschi di Antonio Viviani da Urbino. Gli oratori sono aperti il sabato e la domenica dalle 09.30 alle 12.30. Dire di andarli a vedere è poco, trasudano storia e passione. 


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